Google pagherà 30 milioni di euro per aver violato la privacy dei bambini su YouTube!
Google pagherà una cifra stimata di 30 milioni di euro per chiudere una class action negli Stati Uniti che la accusa di aver violato la privacy dei minori sulla popolare piattaforma di condivisione video YouTube. La causa si concentra sulle accuse secondo cui Google avrebbe raccolto illegalmente dati personali da minori di età inferiore ai 13 anni che guardavano video su YouTube. Tale tracciamento, spesso associato a cookie e pubblicità mirata, è comune online, ma è esplicitamente vietato dal Children's Online Privacy Protection Act (COPPA) statunitense, in vigore dal 2000.
Il COPPA richiede alle piattaforme online di ottenere il consenso verificato dei genitori prima di raccogliere informazioni personali da bambini di età inferiore ai 13 anni. Questo include non solo nomi, indirizzi email e numeri di telefono, ma anche comportamenti di navigazione, posizione e identificativi del dispositivo. Le violazioni possono comportare multe salate e la legge è stata applicata in modo sempre più rigoroso negli ultimi anni.
Sebbene Google abbia accettato di pagare, l'azienda nega qualsiasi illecito e afferma di non aver violato consapevolmente la legge. L'accordo evita un lungo processo e ulteriori controlli sulle sue pratiche di raccolta dati. L'accordo riguarda circa 45 milioni di residenti negli Stati Uniti che hanno utilizzato YouTube da bambini di età inferiore ai 13 anni tra il 1° luglio 2013 e il 1° aprile 2020. Gli aventi diritto potranno ricevere pagamenti in contanti di importo inferiore, con un importo totale di 30 milioni di euro suddiviso tra tutte le richieste.
Cosa succederà adesso?
I beneficiari dovranno presentare una richiesta tramite un sito web ufficiale per la risoluzione delle controversie che sarà istituito nei prossimi mesi. I pagamenti potrebbero richiedere diversi mesi o più, a seconda del numero di richieste. Il caso evidenzia la pressione esercitata sui giganti della tecnologia affinché intensifichino la protezione dei minori online, soprattutto mentre i legislatori degli Stati Uniti e dell'UE preparano norme più severe in materia di privacy e pubblicità mirata per i minori.