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27.05.2025 09:00

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L'intelligenza artificiale minaccia soprattutto il lavoro delle donne

Un nuovo studio rivela che nei paesi sviluppati le donne corrono un rischio maggiore rispetto agli uomini di perdere il lavoro a causa dell'intelligenza artificiale.
L'intelligenza artificiale minaccia soprattutto il lavoro delle donne

Le ultime ricerche dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro delle Nazioni Unite (OIL) e dell'Istituto nazionale di ricerca polacco (NASK) hanno evidenziato che i lavori svolti prevalentemente da donne, soprattutto nei paesi sviluppati, sono più soggetti all'automazione a causa dell'intelligenza artificiale generativa. I risultati mostrano che fino a un quarto dei dipendenti a livello mondiale svolge un lavoro in cui è possibile un'automazione parziale o totale.

La cosa più preoccupante è che i lavori delle donne sono esposti due volte di più all'impatto dell'intelligenza artificiale rispetto a quelli degli uomini. Ben il 9,6% dei lavori femminili è ad alto rischio di automazione, mentre questa percentuale è significativamente più bassa per gli uomini (il 3,5% dei lavori femminili). Tra le professioni più a rischio rientrano le mansioni amministrative, il lavoro nei media, lo sviluppo di software e i servizi finanziari.

Umani e intelligenza artificiale: il lavoro non scomparirà, sta solo cambiando

I ricercatori avvertono che l'automazione non implica necessariamente la sostituzione completa dei dipendenti. Più spesso, ciò comporta la trasformazione delle mansioni lavorative, in cui gli esseri umani collaboreranno con l'intelligenza artificiale. Pawel Gmyrek, uno dei principali ricercatori dell'ILO, ha sottolineato che è importante che i paesi identifichino con precisione le aree di rischio e adottino tempestivamente strategie per proteggere i dipendenti.

Lo studio sottolinea l'importanza di un ruolo attivo da parte dei governi, delle organizzazioni di dialogo sociale e dei sindacati nel plasmare il futuro del lavoro utilizzando l'intelligenza artificiale. Marek Troszyński della NASK sottolinea che il rilevamento tempestivo degli impatti dell'intelligenza artificiale generativa può aiutare i paesi a preparare meglio i dipendenti e a tutelare i loro diritti e il loro futuro.

Il divario di genere si allarga

Oltre a questo studio, un recente rapporto del World Economic Forum e di LinkedIn afferma che l'intelligenza artificiale sta aggravando le disuguaglianze di genere. Rispetto agli uomini, le donne sono significativamente meno presenti nelle professioni in cui l'intelligenza artificiale apporta miglioramenti, e sono più presenti in quelle in cui apporta cambiamenti radicali. Attualmente, ben il 33,7% delle donne svolge un lavoro che può essere sostituito o modificato in modo significativo dall'intelligenza artificiale, mentre questa percentuale è inferiore per gli uomini (25,5% delle donne).

Come stanno rispondendo le aziende?

Le grandi aziende tecnologiche stanno già cercando modi per ridurre l'impatto negativo dell'intelligenza artificiale sull'ambiente di lavoro. Microsoft e Google, ad esempio, stanno sviluppando programmi di formazione per riorientare i dipendenti verso altri lavori che saranno creati in relazione all'intelligenza artificiale. Inoltre, le aziende stanno investendo nella diversità e nell'inclusione per attenuare i potenziali effetti negativi dell'automazione sulle donne.

Un approccio connesso alla transizione verso l'automazione sarà fondamentale per proteggere i lavoratori che saranno maggiormente colpiti dall'IA generativa.


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